Nota biografica a cura del Prof Antonio Ruffino, figlio di Giuseppe Ruffino, e del nipote Marco Menduni.

   Giuseppe Ruffino nacque a Napoli l’ 11 marzo 1888. I suoi genitori erano pressoché analfabeti mentre lui ed i suoi fratelli studiarono e furono di aiuto alla famiglia per ciò che atteneva al leggere e allo scrivere. Giuseppe conseguì il diploma di quinta elementare che gli risultò efficace e di buon livello.

   Seguì poi una scuola per meccanici e andò a lavorare presso una officina di riparazioni di automobili.

   Di Ruffino sappiamo che fu di fisico atletico e di buona salute, adatto quindi alla vita militare.

   Nel 1904, a 16 anni, entrò come volontario alla Scuola di Marina di La Spezia e nel 1907 fu imbarcato come silurista sul cacciatorpediniere Nibbio.

   Nel 1909 la Reale Marina Militare gli propose l’imbarco sulla motonave a vela attrezzata ad incrociatore Regia Nave Calabria che stava per partire da Venezia per compiere la circumnavigazione del mondo che sarebbe durata circa tre anni. Ruffino accettò e non ebbe a pentirsene: quel viaggio sul Calabria gli trasmise un grande amore per l’oriente, oltre a dargli buona misura delle sue personali capacità.

   Durante la navigazione Giuseppe tenne un diario in cui si mostrò capace di raccogliere informazioni storiche, geografiche e di costume sui vari Paesi.

   Inoltre, con il rigore di un meticoloso autodidatta, volle acquisire nuove e disparate nozioni sia linguistiche che etnologiche: per questo imparò l’inglese e qualche elemento di lessico del cinese.

   Il figlio Antonio riferisce che il padre, durante la navigazione impartiva lezioni di italiano ai marinai analfabeti del Calabria. D’altra parte Ruffino sapeva fondere ed incidere il bronzo, eseguire riparazioni ai circuiti elettrici, nonché recitare e scrivere poesie in dialetto napoletano: per questo godè della stima e della simpatia di alcuni ufficiali che gli affidarono incarichi e gli fornirono informazioni sugli eventi di bordo e sui Paesi contattati dalla nave italiana.

   Nel diario e in un dettagliato foglio di itinerario Giuseppe Ruffino, racconta le varie tappe della navigazione della R.N. Calabria al suo quarto giro del mondo e ci descrive i porti di scali: Rio De Janeiro, Monte Video  Buenos Aires,  Panama, San Francisco Honolulu. La cronaca del soggiorno in Giappone risulta particolarmente entusiasta, il luogo viene descritto come incantevole e meraviglioso. I porti del Giappone furono immortalati in fotografie e cartoline illustrate spedite in Italia ai familiari che abitavano a Napoli in Largo Scassacocchi ai Tribunali n. 9. Nel luglio del 1911 la nave fece ritorno in Italia Attraverso il canale di Suez, toccando i siti coloniali in Africa orientale e l’area libica durante la guerra italo-turca. Mentre il Calabria faceva rotta su Venezia, Ruffino fu sbarcato a Tobruk in Cirenaica per partecipare alle operazioni militari come addetto alle fotoelettriche. Fece ritorno in Italia con l’Ariete torpediniere Etna. Congedatosi dalla Reale Marina Militare tornò a Napoli e alla sua famiglia 1912.

   Approfittando dei passaggi del personale di Marina ad altri settori pubblici trovò lavoro nelle ferrovie dello Stato e , superando diversi concorsi, nell’arco di circa 13 anni, dal grado di aiuto fuochista giunse a quello di macchinista di prima classe.

   Nel 1917 contrasse matrimonio con Anna Volpicelli dall’unione nacquero Lucia, Carmela, e Giovanni cosi chiamato in ricordo del fratello caduto 1916 nel corso della Grande Guerra anche lui marinaio imbarcato sul cacciatorpediniere Impetuoso, affondato per siluramento. Il nome di Giovanni Ruffino è inciso, insieme ad altri su una lastra di bronzo sita nella prima cappella destra della famosa Basilica di Santa Chiara.

   Si trasferì per alcuni anni a ad Avellino, nel 1922 Anna mori lasciandolo vedovo. Giuseppe Ruffino nutri simpatie per il Partito Socialista Italiano e aderì al Sindacato Ferrovieri Italiano, partecipò allo sciopero dei ferrovieri ad Avellino il 20.01.1920 e fermato dalla polizia fu condannato ad un mese di reclusione perche in possesso di alcuni volantini che incitavano all’odio di classe. Nel 1921 aderì alla frazione comunista che si era separata dal PSI. L’ostilità al Fascismo avrebbe potuto compromettere la sua carriera nelle ferrovie , ma due circostanze lo favorirono, un incendio al carcere di Avellino distrusse l’archivio e il fascicolo che lo riguardava ; e un amico di famiglia  Ufficiale   dell’Esercito con simpatie fasciste impedì che nei concorsi fosse penalizzato per le sue idee politiche.

   Nel 1931 si risposò con Assunta, sorella minore di Anna, e si trasferì a Vivere a Napoli. Dal nuovo matrimonio nacquero Antonio e Anna.

   Dal 1935, già idoneo alla guida delle locomotive a vapore fu impegnato nel passaggio dalle motrici a carbone a quelle elettriche.

   Nel 1942 nel corso della guerra rimase coinvolto in un grave incidente ferroviario. Sul tratto ferroviario Napoli- Paola il treno da lui guidato, trasportava militari tedeschi diretti in Sicilia, per cui godeva di precedenza assoluta. Tale precedenza non fu, come stabilì l’inchiesta condotta dalle FF.SS., rispettata da un treno merci che si scontro con il convoglio.  Giuseppe Ruffino rimase illeso.

   Nella Napoli del dopo guerra Giuseppe Ruffino si iscrisse al PCI , nel 1946 andò in pensione. Mori 11.11.1966.

 

Allegati

   Il seguente repertorio fotografico proviene dalla collezione del Prof. Antonio Ruffino e del nipote Marco Meduni. Tutti noi, discendenti degli uomini del Calabria, rivolgiamo loro un particolare ringraziamento per aver messo a disposizione parte dell'archivio famigliare.

Emanuela Trucco

 

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